Io, il mio discorso l’ho fatto.

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🇪🇸ESPAÑOL🇲🇽

El 10 de junio de 1924, Giacomo Matteotti, símbolo de la lucha contra el fascismo y la defensa de la democracia, fue brutalmente asesinado. Cuando se cumplen 100 años de aquella brutalidad contra la propia democracia, recordamos a un hombre cuyo compromiso inquebrantable con los valores democráticos y la justicia social lo convirtió en un mártir y en un faro de esperanza para las generaciones futuras que anhelan un mundo el libertad, más justo y democrático. 

Nacido el 22 de mayo de 1885 en la localidad italiana de Fratta Polesine, desde una edad temprana, mostró un profundo interés por los problemas sociales y económicos que afectaban a su país. Graduado en Derecho por la Universidad de Bolonia, se dedicó a estudiar las condiciones de vida de los trabajadores y campesinos, lo que lo llevó a involucrarse en el movimiento socialista. Su pasión y determinación lo llevaron rápidamente a la política, donde se destacó como un magnífico orador y un defensor incansable de los derechos de los más desfavorecidos.

Como miembro del Partido Socialista Italiano, Matteotti fue elegido diputado en 1919. Su carrera parlamentaria se caracterizó por su firme oposición a la violencia y la corrupción cada vez más presentes en la vida política italiana, especialmente con el ascenso de Benito Mussolini y su Partido Nacional Fascista. Matteotti no dudó en denunciar las tácticas intimidatorias y los fraudes electorales llevados a cabo por los fascistas, arriesgando su vida en un país que se precipitaba irremediablemente hacia la dictadura que, años más tarde, se alinearía con el régimen de la Alemania de Adolf Hitler.

El 30 de mayo de 1924, en un discurso valiente y apasionado ante la Cámara de Diputados, Matteotti criticó abiertamente las irregularidades en las elecciones generales de abril, que habían permitido a los fascistas consolidar su poder. Este acto de valentía y su llamado a la anulación de las elecciones sellaron su destino. Poco después de su discurso, se rigió al resto de diputados que se burlaban y gritaban en su contra diciendo: “Yo, he hecho mi discurso. Ahora, vosotros preparad el discurso fúnebre para mí” (Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora, a voi preparare il discorso funebre per me). Diez días después, fue secuestrado y asesinado por un grupo de matones fascistas. Su cuerpo no fue encontrado hasta agosto, en avanzado estado de descomposición, y su asesinato desató una ola de indignación y protesta que, aunque no logró detener el avance del fascismo, dejó una huella imborrable en la conciencia social italiana.

El legado de Giacomo Matteotti es inmenso. Su muerte se convirtió en un grito de resistencia contra la tiranía y un recordatorio de la fragilidad de la democracia ante la violencia y la opresión. Matteotti no solo es recordado por su valentía personal, sino también por su visión de una Italia justa y democrática, donde los derechos de todos los ciudadanos fueran respetados y protegidos.

En el centenario de su asesinato, su figura sigue siendo una fuente de inspiración. Matteotti representa la lucha constante por la libertad y la justicia en tiempos de oscuridad. Su vida y muerte nos enseñan la importancia de mantenerse firmes en nuestros principios, incluso cuando enfrentamos fuerzas abrumadoras que creemos imposibles de vencer. En un mundo donde la democracia y los derechos humanos continúan siendo amenazados, el ejemplo de Matteotti nos recuerda que la resistencia y el coraje moral son esenciales para preservar la dignidad y la libertad.

Hoy, recordamos a Giacomo Matteotti no solo como una figura histórica, sino como un símbolo eterno de la lucha por un mundo mejor. Como él mismo decía: “Matadme, pero la idea que hay en mí nunca la mataréis” (Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai).

Su sacrificio no fue en vano; su espíritu vive en cada acto de resistencia contra la injusticia y en cada esfuerzo por construir una sociedad más justa y democrática. 

Que su memoria nos guíe y nos inspire a continuar su lucha con la misma pasión y determinación que él demostró hace cien años.

Porque, a pesar de todo, las ideas siempre prevalecen.

Incluso más allá de la muerte.

🇮🇹ITALIANO🇸🇲

Io, il mio discorso l’ho fatto.

Il 10 giugno 1924 Giacomo Matteotti, simbolo della lotta al fascismo e della difesa della democrazia, veniva brutalmente assassinato. Nel centenario di quella brutalità contro la democrazia stessa, ricordiamo un uomo il cui incrollabile impegno per i valori democratici e la giustizia sociale lo ha reso un martire e un faro di speranza per le generazioni future che anelano a un mondo libero, più giusto e più democratico. 

Nato il 22 maggio 1885 nella cittadina italiana di Fratta Polesine, fin da giovane mostrò un profondo interesse per i problemi sociali ed economici del suo Paese. Laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna, si dedicò allo studio delle condizioni di vita di operai e contadini, che lo portò a impegnarsi nel movimento socialista. La sua passione e la sua determinazione lo portarono rapidamente in politica, dove si distinse come superbo oratore e instancabile difensore dei diritti dei meno abbienti.

Come membro del Partito Socialista Italiano, Matteotti fu eletto in Parlamento nel 1919. La sua carriera parlamentare fu caratterizzata dalla sua ferma opposizione alla violenza e alla corruzione sempre più presenti nella vita politica italiana, soprattutto con l’ascesa di Benito Mussolini e del suo Partito Nazionale Fascista. Matteotti non esitò a denunciare le tattiche intimidatorie e i brogli elettorali messi in atto dai fascisti, rischiando la vita in un Paese che stava precipitando irrimediabilmente verso una dittatura che, anni dopo, si sarebbe allineata al regime della Germania di Adolf Hitler.

Il 30 maggio 1924, in un coraggioso e appassionato discorso alla Camera dei Deputati, Matteotti criticò apertamente le irregolarità delle elezioni politiche di aprile, che avevano permesso ai fascisti di consolidare il loro potere. Questo atto di coraggio e la sua richiesta di annullamento delle elezioni segnarono il suo destino. Poco dopo il suo discorso, si rivolse al resto dei deputati che lo deridevano e gli urlavano contro, dicendo: “Io, il mio discoso l`ho fatto. Ora, a voi preparare il discorso funebre per me». Dieci giorni dopo, fu rapito e ucciso da un gruppo di teppisti fascisti. Il suo corpo fu ritrovato solo in agosto, in avanzato stato di decomposizione, e il suo assassinio scatenò un’ondata di indignazione e protesta che, pur non riuscendo a fermare l’avanzata del fascismo, lasciò un segno indelebile nella coscienza sociale italiana.

L’eredità di Giacomo Matteotti è immensa. La sua morte divenne un grido di resistenza contro la tirannia e un promemoria della fragilità della democrazia di fronte alla violenza e all’oppressione. Matteotti è ricordato non solo per il suo coraggio personale, ma anche per la sua visione di un’Italia giusta e democratica, dove i diritti di tutti i cittadini fossero rispettati e protetti.

Nel centenario del suo assassinio, la sua figura rimane una fonte di ispirazione. Matteotti rappresenta la lotta costante per la libertà e la giustizia in tempi di oscurità. La sua vita e la sua morte ci insegnano l’importanza di rimanere fermi sui nostri principi, anche di fronte a forze schiaccianti che riteniamo impossibili da superare. In un mondo in cui la democrazia e i diritti umani continuano a essere minacciati, l’esempio di Matteotti ci ricorda che la resilienza e il coraggio morale sono essenziali per preservare la dignità e la libertà.

Oggi ricordiamo Giacomo Matteotti non solo come figura storica, ma come simbolo eterno della lotta per un mondo migliore. Come lui stesso disse: “Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai”.

Il suo sacrificio non è stato vano; il suo spirito vive in ogni atto di resistenza contro l’ingiustizia e in ogni sforzo per costruire una società più giusta e democratica. 

Che la sua memoria ci guidi e ci ispiri a continuare la sua lotta con la stessa passione e determinazione di cento anni fa.

Perché, nonostante tutto, le idee prevalgono sempre.

Anche al di là della morte. 

🇬🇧ENGLISH🇺🇸

Io, il mio discorso l’ho fatto.

On 10 June 1924, Giacomo Matteotti, a symbol of the fight against fascism and the defence of democracy, was brutally assassinated. On the 100th anniversary of that brutality against democracy itself, we remember a man whose unwavering commitment to democratic values and social justice made him a martyr and a beacon of hope for future generations who yearn for a free, fairer and more democratic world. 

Born on 22 May 1885 in the Italian town of Fratta Polesine, from an early age he showed a deep interest in the social and economic problems affecting his country. A law graduate from the University of Bologna, he devoted himself to studying the living conditions of workers and peasants, which led him to become involved in the socialist movement. His passion and determination quickly led him into politics, where he distinguished himself as a superb orator and a tireless advocate for the rights of the underprivileged.

As a member of the Italian Socialist Party, Matteotti was elected to parliament in 1919. His parliamentary career was characterised by his staunch opposition to the violence and corruption increasingly present in Italian political life, especially with the rise of Benito Mussolini and his National Fascist Party. Matteotti did not hesitate to denounce the intimidation tactics and electoral fraud carried out by the Fascists, risking his life in a country that was hurtling irremediably towards a dictatorship that, years later, would align itself with the regime of Adolf Hitler’s Germany.

On 30 May 1924, in a courageous and impassioned speech to the Chamber of Deputies, Matteotti openly criticised the irregularities in the April general elections, which had allowed the Fascists to consolidate their power. This act of courage and his call for the annulment of the elections sealed his fate. Shortly after his speech, he turned to the rest of the deputies who jeered and shouted against him, saying: ‘I have made my speech. Now, you prepare the funeral speech for me» (Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora, a voi preparare il discorso funebre per me). Ten days later, he was kidnapped and murdered by a group of fascist thugs. His body was not found until August, in an advanced state of decomposition, and his murder unleashed a wave of indignation and protest which, although it failed to halt the advance of fascism, left an indelible mark on the Italian social conscience.

Giacomo Matteotti’s legacy is immense. His death became a cry of resistance against tyranny and a reminder of the fragility of democracy in the face of violence and oppression. Matteotti is remembered not only for his personal bravery, but also for his vision of a just and democratic Italy, where the rights of all citizens were respected and protected.

On the 100th anniversary of his assassination, his figure remains a source of inspiration. Matteotti represents the constant struggle for freedom and justice in times of darkness. His life and death teach us the importance of standing firm on our principles, even when faced with overwhelming forces we believe impossible to overcome. In a world where democracy and human rights continue to be threatened, Matteotti’s example reminds us that resilience and moral courage are essential to preserving dignity and freedom.

Today, we remember Giacomo Matteotti not only as a historical figure, but as an eternal symbol of the struggle for a better world. As he himself said: ‘Kill me, but the idea in me you will never kill’ (Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai). 

His sacrifice was not in vain; his spirit lives on in every act of resistance against injustice and in every effort to build a more just and democratic society. 

May his memory guide us and inspire us to continue his struggle with the same passion and determination he showed a hundred years ago.

Because, in spite of everything, ideas always prevail. 

Even beyond death. 

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